Spotify
Inserisco questo post che ho pubblicato in risposta a un articolo di Max Testa su http://www.virtualdeejay.net che lamentava che con nuovi software e scarsa propensione e/o comprensione di cosa è legale e cosa non lo è, mettono seriamente a rischio la professionalità del dj e addirittura la sopravvivenza della categoria

“…..la percezione della legalità

e del rispetto dei musicisti e autori, non esiste da parte di gestori di baretti e disco bar dove siamo costretti a lavorare grazie a una prima grave irregolarità: il ballo spesso abusivo in locali senza agibilità per il ballo.
La seconda, l’utilizzo di pseudo-dj che non utilizzano brani ottenuti legalmente o l’utilizzo degli stessi brani da parte dei locali.
Gestori che ti chiedono appunto di lasciarli chiavette USB con migliaia di brani, non capendo che è una cosa illegale.
Mi è capitato di portarmi dietro il tablet (dove ho copia dei brani evergreen che ho sulle memorie che uso con i lettori CDJ) e il gestore ne ha comperato uno uguale chiedendomi di trasferirgli tutta la musica che avevo sul mio, da usare quando non c’era il dj.
Ho tentato di spiegargli che la musica sul mio tablet erano copie-lavoro delle mie collezioni regolarmente acquistate (e inserite in licenza SIAE) E mi ha risposto: “beh appunto, sono brani che hai comperato, dov’è il problema”
I problemi sono 2, uno legale, che non serve vi spieghi e l’altro che per riversare, migliaia di vinili e/o CD su memorie digitali, rifare il lavoro fatto anni fa per passare dal 192 Kb/s al 320Kb/s (o wav / aiff), pulire con un software i graffi del vinile ecc. Io ci ho messo tanti anni e non lo regalo al primo venuto, neppure all’amico che ti dice. “mi faresti una chiavetta USB, per una festa l’ultimo dell’anno, che ti costa?”
Ormai, la domanda “Hai questo brano?” è superata, a me che lavoro anche in serate intenazionali, un cliente di Londra mi ha chiesto candidamente “can you Spotify?” Dando per assodato che io avessi Spotify e lo usassi tranquillamente in serata.
A proposito di Spotify, a un locale che fa Jazz-live, mi ero offerto per fare dj-set jazzy sia come warm-up ai live sia per riempire le date dove non facevano live.
Mi è stato risposto che per fare cio’ usavano appunto Spotify, dimenticando forse di aver sottoscritto un regolamento che probabilmente manco hanno letto:

Posso usare Spotify per riprodurre musica nel mio bar/ristorante/negozio, a scuola e così via?

No, i Termini e le condizioni che hai accettato in fase di registrazione specificano che Spotify è solo per uso personale e non commerciale.

Ho gia’ chiesto a SIAE e autorita’ competenti dei controllli in tal senso. Ricordate che il rispetto delle regole è il lottare perche vengano rispettate  è la nostra unica salvezza!
La tragica alternativa se non ci sono controlli, è (come un amico arrabbiato e rassegnato mi diceva, dandomi dell’illuso) diventare tutti delinquenti per sopravvivere e mettersi alla pari e in concorrenza con i delinquenti che ci circondano in questo paese!

Dee-Jay, nuove tecnologie: Can you Spotify?

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